mercoledì 21 marzo 2012

Crisi d'identità

Che ne è stato di me?


Perchè nel bottino dello shopping non ci sono magliette e paia di scarpe ma.... Questo?!?!?!?!?




domenica 18 marzo 2012

Venerdì...? Pesce!

Quando ho detto che di venerdì avrei cercato di non mangiare più carne, ho suscitato l'ilarità e lo stupore di tutti.
Questo perchè io sono sempre stata mooooolto al di sopra delle righe e moooooolto lontana da obblighi domenicali, figuriamoci quaresimali. Però variare fa bene, anche perchè se fosse per P. mangeremmo carne pure a merenda col thè.

E dopo che cucini il pesce spada, il persico, un merluzzetto, due calamari... E' inevitabile finire su una ricetta di una zuppetta, e in particolare questa di Emanuela ha mandato in visibilio le mie papille gustative. Dovevo farla, e così è stato. E siccome sono una che non si sa fare"gli affari suoi", ho fatto qualche modifica qua e là. Eccezionale.

Per due persone

500 gr di vongole veraci
250 gr di ceci lessati
1 spicchio d'aglio
Peperoncino
2 acciughe sott'olio
Vino bianco qb
sale qb
olio extravergine d'oliva qb

Dunque dunque... Io ho usato dei ceci già lessati, ma ovviamente potrete usare dei ceci secchi, lasciandoli in ammollo nell'acqua e una puntina di bicarbonato un'intera notte. La mattina successiva i ceci andranno lessati (partendo da acqua fredda) fino a cottura.
Le vongole, simpaticissimi molluschi che non sai mai e poi mai quanta sabbia avranno ancora da tirar fuori, andranno immerse in un recipiente con acqua fredda e una manciata di sale grosso, e lasciate a bagno per un paio d'ore (anzi, io spesso cambio l'acqua, butto nuovamente il sale e le scuoto un pò le une sulle altre).
Una volta spurgate, andranno aperte: fate scaldare leggermente un filo d'olio e uno spicchio d'aglio in una padella; buttate dentro le vongole e fate cuocere per qualche minuto a fuoco moderato, giusto il tempo di lasciarle aprire tutte.
A questo punto (SENZA buttare il fondo di cottura!) sgusciate parte delle vongole e tenetene da parte una dozzina integre, in modo da poter poi decorare il piatto.

A proposito del fondo di cottura: visto che questi molluschi sono così simpatici da rilasciare della sabbia nel fondo di cottura,  qualora non siano state ben spurgate....
Noi lo filtriamo, tiè.
E' necessario un colino e un foglio di scottex piegato in quattro (o una garza, ancora meglio!) ... Ah, e un pò di pazienza!!!!!!

In una padella ora facciamo soffriggere un pochino di aglio tritato e del peperoncino; ad olio caldo aggiungere le alici sott'olio e i ceci lessati; far insaporire qualche secondo e bagnare con il fondo di cottura delle vongole filtrato.

Dopo qualche minuto di cottura, sfumare con del vino bianco. Aggiungere poi un fondo di bicchiere di acqua (questo a seconda di quanto volete liquida la zuppetta... io ne ho messa pochissima!) e lasciate cuocere a fuoco basso con il coperchio per una decina di minuti (o comunque fino a quando la zuppa non avrà quasi raggiunto la densità che preferite!).

Con un frullatore ad immersione frullate parte della zuppa, aggiungete poi le vongole sgusciate in precedenza e spegnete il fuoco.

Impiattate e correte in tavola. E poi tornate qui a dirmi QUANTO era buona!!!!!!!!!!





mercoledì 14 marzo 2012

Un cuore di gocciole

Sono abbastanza grandicella da poter ammettere le mie dipendenze, e tra le tante, i biscotti. 
In particolare PanDiStelle e Gocciole (da soli, con la nutella, inzuppati nel latte o nel the...) sono due varietà che di solito devono riuscire a strapparmi di mano per farmi alzare dal tavolo a colazione. 


Se poi ci aggiungete la mia mania del "ma se te lo puoi fare a casa perché lo compri?!", è normale che io abbia provveduto a studiare, analizzare e ricercare le relative ricette online.


Ognuno ha i suoi problemi.


Dal momento che per i PanDiStelle ci stiamo attrezzando, mi sono data alla sperimentazione delle Gocciole.
E dal momento che non c'era davvero tempo per cercare uno stampino a gocciola (questi biscotti erano urgenti, sì), mi sono dovuta "accontentare" di un'infornata di cuoricini e fiorellini, che disdetta.








225 gr di farina 00
90 gr di zucchero
1 uovo
tre cucchiai di vino bianco
60 gr di burro a temperatura ambiente
80 gr di gocce di cioccolato (o fondente in scaglie)
1/2 bustina di lievito per dolci




In un recipiente lavorare con le fruste l'uovo e lo zucchero; aggiungere la farina, il burro morbido a pezzetti, i tre cucchiai di vino (avete letto bene, fidatevi!) ed il lievito. Lavorate il tutto con le mani, e l'impasto dovrà avere la consistenza un po'  meno soda della pasta frolla.
Accendete il forno statico a 200°.
Nel recipiente aggiungete le gocciole e amalgamate bene il tutto.
Su un foglio di carta forno stendete l'impasto aiutandovi con un mattarello (no, non si appiccica ^_^), fino ad uno spessore di un centimetro. Con dei tagliapasta ritagliate i biscotti della forma desiderata e infornate a forno caldo per 11-12 minuti. Al momento di sfornarli non dovranno essere duri in superficie, ma soltanto sotto.
So che può essere difficile, ma lasciarli raffreddare prima di addentarne qualcuno (P. docet).












Con questa ricetta partecipo al contest









martedì 13 marzo 2012

Le pizzelle di Cicci Mia

Paese che vai...
Ognuno difende la propria scuola di pensiero: sono più buone soffici, chi invece porta avanti la scuola della pizzetta duretta e sottile.
Qualcuno le chiama ferratelle, qualcuno neole... 
Chi le fa rotonde, chi le fa rettangolari, chi le mangia vuote e chi le infagotta con Nutella o marmellata.


Io sono cresciuta con quelle soffici e le ho sempre chiamate Pizzelle. 
E Cicci mia certo non poteva che farle a forma di cuore.


Nota prima di iniziare: per fare le pizzelle, è assolutamente necessario lo stampo, sia esso più "rudimentale" come quello che ho linkato, oppure elettrico (come quello usato da Cicci per realizzare i cuoricini!)




3 uova
100 gr di zucchero semolato
30 gr di burro
150 gr di farina 00
1/2 bustina di lievito per dolci
Buccia grattugiata di un limone


Lavorare in una ciotola uova e zucchero; far sciogliere il burro a fuoco basso ed aggiungerlo una volta intiepidito.
Grattugiare la scorza di un limone e setacciare farina e lievito;  unire il tutto al composto di uova, zucchero e burro e lavorarli con le fruste elettriche, fino ad ottenere un impasto omogeneo e senza grumi.
Nel frattempo ungere lo stampo elettrico -o quello classico- (aiutatevi con un pezzettino di scottex bagnato nell'olio), fatelo scaldare e una volta a temperatura versate un mestolino di impasto. Chiudete lo stampo e fate cuocere per 30-40 secondi, o almeno fino al momento in cui sarà possibile staccare la pizzella con l'aiuto di una forchetta. Ovviamente nel caso dello stampo classico, sarà necessario girare lo stampo sul fornello per rendere la cottura omogenea.


Mi raccomando: una volta terminata la cottura NON lavate lo stampo; attendete piuttosto che si sia raffreddato e passate internamente un foglio di scottex per eliminare i residui.










ps: Cicci, ovviamente se ho scritto delle oscenità culinarie, dopo avermi picchiato puoi tranquillamente correggermi :*

giovedì 8 marzo 2012

Il primo passo

Ho dovuto superare prima la timidezza, poi l'insicurezza, poi ancora lo stupore che a CHIETI si potesse riuscire ad organizzare QUALCOSA. 


E dopo essermi ripresa dallo shock, mi sono iscritta ad un corso base (ma base base!) di Cake Decorating, organizzato dalla Modecor


Insegnante d'eccellenza la cake designer Letizia Grella: una professionista brillante e simpaticissima che è stata in grado di mettere  tutte noi principianti a proprio agio.




Tornassi indietro lo rifarei?! Onestamente si. 


I corsi tenuti da queste professioniste sono un po' costosi, c'è da ammetterlo (135 euro per quasi 5 ore di lezione); ma si tratta comunque di artiste (perché di arte si parla!) riconosciute a livello internazionale che si mettono a disposizione di gente alle prime armi, cuoche amatoriali che magari non hanno mai nemmeno visto un panetto di pasta di zucchero nemmeno col binocolo.
E dopo cinque ore riuscire a fare una cosa come quella che ho fatto io, che partivo conscia di tornare a casa completamente appiccicaticcia di zucchero, non ha prezzo. 


martedì 6 marzo 2012

I taralli della suocera

Giusto per dare un pochino d'equilibrio a questo blog fatto soprattutto di dolci americaneggianti, ho deciso di lasciarmi guidare da chi ha molta più esperienza di me e di imparare a fare qualcosa di  più tradizionale.


Sono vecchie ricette scritte su foglietti e vecchie agende, riviste, corrette, sottolineate e infarinate. Piccole cose che si mangiano da sempre, che ci si fa sempre cucinare da altri "perché come le fai tu sono più buone". Beh, è arrivata l'ora di tirarsi su le maniche ed imparare.


Inizio dalla suocera. Ma mamma, nonna & zie ... Preparatevi, poi tocca pure a voi.


Taralli salati al finocchietto (circa 80)


500 gr di farina 00
1/2 cubetto di lievito di birra
60 gr di olio di semi
60 gr di olio extravergine d'oliva
un cucchiaino raso di sale
Semi di finocchio per aromatizzare
Vino bianco qb









Versate la farina su una spianatoia di legno, e fate un buco al centro del mucchietto, la cosiddetta "fontanella". Al centro versate gli oli e il lievito, iniziando ad impastare con le mani; aggiungete poi i semi di finocchio ed il sale, continuando ad impastare con le mani (il quantitativo dei semi dipende dal vostro gusto, ecco perché non ne ho indicato il quantitativo!).









A questo punto aggiungete all'impasto il vino bianco; la quantità di vino da utilizzare dipende dal tipo di farina che andrete ad utilizzare. Diciamo che il vino va aggiunto finchè l'impasto riesce ad assorbirne.























Ecco come si presenta l'impasto finale, prima della lievitazione. A questo punto trasferite la vostra pagnottina in una busta per alimenti da congelatore, e riponetela in una ciotola, coperta con un canovaccio da cucina. 
Per comodità potreste impastare i taralli la sera, lasciar lievitare tutta la notte e lavorare la pasta l'indomani mattina.












Una volta terminata la lievitazione, accendete il forno statico a 250°.
Riportate la pagnottina sulla spianatoia e tagliate dei pezzi di impasto e lavorateli con entrambe le mani, in modo da formare una massa tubolare (scusate, ma meglio di così non riuscivo a spiegare!) da ritagliare per modellare poi i veri e propri taralli.








Rivestire la teglia con carta forno, trasferire i taralli ed infornare a forno caldo, abbassando la temperatura ora a 200°.


Una volta che saranno colorati in superficie, sfornate tranquillamente. 
Lasciate raffreddare e conservateli in una scatola di latta.









domenica 4 marzo 2012

CocaCola Cake. Sì, avete letto bene.

La prima reazione: "Con la coca cooooooola?!?!"
La seconda: "E che sapore ha?!"
La terza: "Si si, sarà pure buona ma...."


Brutta cosa la diffidenza. 


Perché la quarta reazione, dopo il primo morso, è quella di due occhi spalancati di stupore e goduria, un misto tra morbidezza e cioccolatosità che, onestamente, non ti aspetti da un dolce a base di Coca Cola.


Nelle altre ricette che ho postato su questo blog effettivamente ho fatto di peggio ... Ho mescolato latte e limone, ho usato "una cosa che si chiama" panna acida ... 


Che male avrebbe potuto farmi provare ad impastare un altro dolce? 


"Segui le tue passioni", mi dice sempre P.. 
Così ho messo sul tavolo tutti gli ingredienti, con la guest star dell'occasione: una lattina di Coca Cola.


Ah, un consiglio, di quelli che si imparano sul campo: mai, mai, mai, mai, mai e poi mai far montare lo stampo a cerniera da tuo marito. Potrebbe piangere impasto durante la cottura (lo stampo, non tuo marito!!!!!!).

CocaCola Cake


200 gr di burro
200 gr di Coca Cola
220 gr di farina 00
50 g di cacao amaro in polvere
3 cucchiaini di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Una punta di cucchiaino di bicarbonato di sodio
100 gr di zucchero semolato
2 uova intere
175 gr di latte intero
50 gr di panna liquida fresca
3 cucchiaini di essenza di vaniglia

Imburrare uno stampo (il mio era uno stampo a cerniera da 24 cm) e rivestire il fondo ed i bordi con della carta forno. In una ciotola setacciare la farina, il cacao amaro, il lievito ed il bicarbonato; infine aggiungere lo zucchero.
Tagliare a cubetti il burro e farlo sciogliere a fuoco lento in una casseruola; quando il burro avrà iniziato a fondere aggiungere la CocaCola, senza però portare ad ebollizione il composto.
Togliere dal fuoco, far intiepidire leggermente ed aggiungere il latte, la panna e la vaniglia.
Accendere il forno statico a 175°.
In una ciotolina sbattere in maniera sommaria le due uova ed aggiungerle al recipiente contenente gli ingredienti secchi setacciati all'inizio. Lavorare il composto con un cucchiaio ed infine aggiungere a filo il composto liquido, fino ad ottenere un impasto cremoso.
Versare nello stampo ed infornare a forno caldo per 45 minuti.
Non dimenticate MAI di fare la prova dello stuzzicadenti!

Una volta cotto, il doce va lasciato raffreddare nello stampo e va sformato solo quando è completamente freddo.

Siccome ci vogliamo fare violentemente del male, ho preparato anche la glassa da far colare sulla torta una volta fredda... A mio parere è buona anche senza copertura, ma Pinella ce l'ha messa, e io certo non potevo esimermi. 

Dovere morale, sì. 
Ed io ce l'ho altissimo, si sa.

Glassa di cioccolato

140 gr di cioccolato al 50-60%
70 gr di cioccolato al 70%
200 gr di panna liquida fresca
15 gr di sciroppo di glucosio
15 gr di burro

Su un tagliere sminuzzare il cioccolato in scaglie e farlo fondere in una casseruola.

In un altro pentolino far bollire la panna, aggiungere lo sciroppo di glucosio, assicurandovi che si sciolga completamente. Versare il liquido caldo sul cioccolato in 3 volte, lavorando con una spatola con movimenti dal centro verso l'esterno.
Aggiungere infine il burro.
Se la glassa dovesse diventare troppo fredda ed indurirsi, basterà scaldare per qualche secondo al microonde o a bagnomaria.

Se anche voi come me non disponete di una fighissima griglia da pasticcere (se avete visto "La finestra di fronte" sapete a cosa mi riferisco!), fate come ho fatto io (ecco una puntata di "Piccoli ingegneri in cucina crescono"): rivestite di carta forno la leccarda nera del forno e adagiateci sopra la griglia del forno. 
Voilà. 
Sformate la torta dallo stampo, sistematela sulla griglia e fate colare la glassa al cioccolato sulla torta, facendola scendere a filo esattamente sul centro della torta.
Io ho preferito non assottigliare lo strato di glassa con una spatola, ed ho lasciato che colasse da sola dal centro verso i bordi; la copertura è venuta un pochino doppia effettivamente, ma era molto scenografica e ... Buonissima!!!!!!
 Altrimenti potete lavorarla con una spatola, e recuperare la glassa in eccesso sulla carta forno con cui avevamo rivestito la leccarda.





Io e la CocaCola Cake potremmo a questo punto essere diventate compagne per la vita. 

Vatti a fidare ^_^







giovedì 1 marzo 2012

Angel Cake. E non aggiungo altro.

Questi food blog, food forum, food site, food qualsiasicosa... Sono un guaio!!!


Per carità, a volte ti salvano la vita,  come quando non ricordi esattamente la temperatura del forno da impostare quando c'è da cuocere la pizza: due paroline e Google e ti mette davanti ad una quantità imbarazzante di risposte...
Che poi alla fine ci si  dimentica sempre PER QUALE REALE RAGIONE ci si sia messi davanti al pc ... beh, quella è un'altra storia e la conosciamo bene tutti!


Comunque, dicevo, sono un guaio.


Essssssì.


Perché prima o poi (capiterà, fidatevi!) spunta sempre qualcosa di cui tu eri completamente all'oscuro.


E che devi (ovviamente) provare a cucinare!


Un dolce, una salsa, una copertura, una marmellata oppure perfino uno stampo: senza di essi riesci a condurre una vita normale finchè non te ne spunta uno su un forum.


Ed è a quel punto che prendi tuo marito (Santissimo P.)  e vai alla ricerca di quell'ingrediente o di quella teglia (che non avevi mai sentito nominare prima di allora); con fare esperto entri in tutti quei negozi per professionisti, dolcerie e pasticcerie finchè non LO trovi.


Ecco, questo è quello che più o meno è successo con l'Angel Cake.
Un dolce che fa venire un sospiro sofficioso soltanto a guardarne le foto; che sa di relax, di piumoni, di freddo, di scioglievolezza, di thè al pomeriggio e di coccole.
E che ovviamente è americano.
E richiede uno stampo speciale (vedi il Santissimo P. di cui sopra).


Nota da principiante: non andate in paranoia se leggendo la ricetta troverete accessori che non possedete (termometro per gli albumi, planetaria, lo stampo stesso....). 
Non ce li ho nemmeno io e la torta è venuta bene ugualmente!




Angel Cake


5 gr di cremor tartaro*
150 gr di farina
un pizzico di sale
480 gr di albumi (sono circa 12 uova grandi)
1 bustina di vanillina
150 gr di zucchero**


*calmacalmacalma: altro non è che una polvere lievitante che si trova nelle farmacie e nei supermercati ^_^


** la ricetta originale diceva 250 gr di zucchero. Mi sembravano tantissimi, ed in effetti già con 150 gr si ottiene un giusto grado di dolcezza.





Scaldare gli albumi a bagnomaria fino ad arrivare a 45°, mescolandoli delicatamente con una frusta; in
alternativa basta utilizzare degli albumi a temperatura ambiente.

Versate gli albumi in una planetaria (calma, di nuovo. Uno sbattitore elettrico fa la sua bella figura ugualmente) e sbatteteli con le fruste; quando inizieranno a prendere consistenza e a diventare bianchi aggiungete il cremor tartaro setacciato. Dopo aver lavorato il composto per altri 3-4 minuti aggiungere in tre volte la vanillina e lo zucchero ma in tre volte. Amalgamare per bene.

Dopo aver setacciato la farina ed il sale, aggiungere lentamente gli ingredienti secchi nel composto con gli albumi, mescolando con una spatola dal basso verso l'alto, lasciando incorporare aria senza smontare l'impasto.

Accendere il forno statico a 180°.

Se possedete lo stampo adatto per l'angel cake, non sarà necessario imburrarlo e basterà versare l'impasto direttamente nella teglia (lo so, state leggendo con fare sospetto, ma fidatevi, non servirà imburrare!).

Se invece ne siete sprovviste, non preoccupatevi, la torta verrà bene anche in uno stampo per ciambelle o a cerniera; in questo caso però sarà meglio imburrare la teglia e foderatelo con carta forno.



Infornare per circa 40 minuti, e prima di sfornare ricordate sempre di fare la prova dello stuzzicadenti ^_^

Una volta raffreddata, spolverizzare con zucchero a velo. Qualcuno la serve con la crema pasticcerà, con la nutella, con la frutta fresca... Ma vi assicuro, è buona anche così, nature!


Seguendo la ricetta trovata su internet, in cui si consigliava di sformare immediatamente la torta dallo stampo, ho notato un deprimente abbassamento della torta :/

Non ho ben capito perché venga consigliata questa procedura, dal momento che l'angel cake necessita proprio di questo stampo particolare dotato di tre piedini: in questo modo (accidenti a mmmmme mi sono documentata DOPO) una volta fuori dal forno lo stampo va rovesciato (con ancora la torta all'interno!) fino a raffreddamento completato.

In questo modo si evita la depressione del dolce ( e della cuoca).


Tuttavia è un dolce che dà tantissima soddisfazione, perché è semplice da fare, veloce e ...

Ipocalorica
(una fetta da 50 gr -tanta roba davvero, dal momento che la Angel Cake è una piuma- sono circa un centinaio di calorie).


(State già andando a cercare lo stampo, eh?! ^_^)